Potrebbe apparire banale, ma la mamma nei primi giorni a casa con il suo bambino ha bisogno soprattutto di due cose: riposo e aiuto. Riposo significa che dovrebbe cercare di riposare ogni volta che il bambino dorme, perché ha bisogno di recuperare energie. Ovviamente questo diventa più complicato se in casa c’è un viavai di amici e parenti venuti a conoscere il nuovo arrivato.
In realtà per le visite c’è tempo: si può aspettare qualche settimana prima di venire a incontrare il piccolo. È da sottolineare anche un altro aspetto particolare e per certi versi frustrante di queste visite. Può capitare che, quando arrivano amici e parenti, il bambino dorma, così tutti sottolineano quanto sia ‘bravo’ e la mamma rischia di sentirsi inadeguata perché invece quando sono soli il piccolo è sveglio. In queste situazioni, il neonato spesso dorme per isolarsi dalla confusione e dal disturbo e questo comportamento è la manifestazione di un certo stress, che magari lo porta a stare ancora più sveglio durante la notte.
Quando la mamma si sente giù
Non di rado, può emergere un po’ di tristezza generalizzata nei primi giorni dopo il parto – il cosiddetto baby blues – ma questa situazione è da considerare del tutto fisiologica.
È abbastanza ricorrente ritrovarsi a piangere per motivi davvero futili. Non si tratta di un vero disturbo, ma di una condizione dovuta ai cambiamenti ormonali del post-parto e al forte stress psico-fisico di travaglio e parto.
In genere passa da sola dopo qualche giorno: basta stare vicino alla mamma, sostenerla, cercare di darle una mano se ha qualche difficoltà.
A chi chiedere aiuto
Nei primi giorni a casa non bisogna temere di chiedere aiuto: alla propria mamma, al papà, all’amica più cara.
Una componente importante della tristezza e delle difficoltà che possono vivere le neomamme anche passate le prime settimane e soprattutto nelle grandi città è la solitudine. Per questo, è consigliabile sempre di cercare di tenersi in contatto con le compagne del corso pre-parto o di cercare consultori o associazioni che abbiano corsi o spazi per il post-parto.
Stare con altre mamme è l’antidoto migliore e spesso le occasioni non mancano, che si tratti di spazi per l’allattamento, di corsi di massaggio infantile, del semplice appuntamento per la pesata settimanale in consultorio. E se ci sono difficoltà sull’allattamento, ci sono varie realtà alle quali le mamme possono rivolgersi: l’ospedale in cui hanno partorito, i consultori territoriali, esperte di allattamento, associazioni o movimenti specializzati.
Il ruolo del papà
È importante coinvolgere il papà già dai corsi di accompagnamento alla nascita, perché inizi subito a farsi un’idea di quello che sarà.
Per esempio, è importante che capisca quanto può essere faticoso l’allattamento a richiesta nelle prime settimane e che dunque si renda disponibile per aiutare concretamente in tutto quello che non è allattamento, e che è del tutto normale che nei primi tempi non si dormirà molto.
E ancora, è importante che capisca quanto deve essere protetta la coppia mamma-bambino nei primi tempi rispetto alle ingerenze di parenti e amici.
Ma il papà non deve essere coinvolto solo per aiutare: dovrebbe esserlo anche per costruire il prima possibile una bella relazione papà bambino. Per questo può essere molto utile la fascia, che spesso i papà usano con grande gratificazione, mentre la mamma magari si riposa o si fa una doccia. E anche le prime attività del bambino – per esempio i primi corsi di acquaticità, già a pochi mesi – possono essere fatte con il papà.